Andrian Melka: lo scultore delle emozioni

Andrian Melka al lavoro©Andrian Melka

Un fortunato scherzo del destino ha portato Andrian Melka ad abbracciare la sua attuale carriera di scultore.

Cresciuto in Albania, sin da piccolo Melka si appassiona all’arte e frequenta regolarmente i corsi di disegno nel doposcuola e nei fine settimana, un programma sviluppato dal governo comunista di allora per incoraggiare i giovani che mostravano un talento in certe materie.

Giunto al liceo, non può però perseguire la disciplina artistica di sua scelta. "Volevo diventare un pittore", dice, "ma c'erano troppi studenti per il corso di pittura, così ci è stato chiesto di tirare a sorte per determinare il nostro futuro percorso professionale. Ho pescato la paglietta più corta, così ho dovuto seguire il corso di scultura invece di quello di pittura. Ma alla fine si è rivelata la decisione giusta".

Nel 1994 consegue una laurea in scultura monumentale all'Accademia di Belle Arti di Tirana, e successivamente passa due anni a lavorare in un laboratorio di lavorazione del marmo.

Approda nel Regno Unito nel 1997: dapprima studia al Building Crafts College di Londra, quindi si trasferisce a York dove trova impiego come capo scultore presso l’atelier del rinomato Dick Reid, con il quale lavora su commissioni di alto profilo tra cui la Fontana del Giubileo d'Oro nella tenuta di Sandringham della famiglia reale. Decide di restare a York, dove nel 2003 apre il suo studio.

Da allora Melka crea sculture originali e statue in pietra e marmo, busti d'argilla fusi in bronzo, ed esegue lavori di restauro su entrambe le sponde dell’Oceano Atlantico. Tra i suoi committenti la Chiswick House, le Cattedrali di York e di Glasgow, il tribunale di Santa Barbara in California e il Saint Louis Art Museum di Missouri, negli Stati Uniti.

Melka impiega preferibilmente strumenti classici e metodi tradizionali, "scolpendo direttamente la pietra e il marmo senza bisogno di un modello da cui copiare, proprio come avrebbe lavorato Michelangelo".

Che sia astratto o realistico, nel lavoro di Melka traspare un "fascino senza tempo" per la forma umana. "Quando ho iniziato a scolpire la pietra, la mia ispirazione veniva dalle rappresentazioni classiche delle divinità della mitologia", dice. "Mi interessavano le versioni idealizzate del corpo umano. Ora sono attratto da volti e figure interessanti, soggetti che mi permettono di creare sculture che generano una reazione emotiva".

Un fulgido esempio di questo approccio è rappresentato dalla statua alta 2 metri raffigurante il capitano Tom, il centenario veterano della seconda guerra mondiale che durante la pandemia di Covid-19 ha raccolto 39 milioni di sterline per il servizio sanitario nazionale del Regno Unito camminando su e giù per il suo giardino. Melka ha creato la statua per "rendere omaggio non solo all’incredibile risultato che ha ottenuto nella raccolta fondi, ma soprattutto alla sua capacità di ispirare quanti possono soffrire o sentirsi senza speranza, incoraggiandoli a mettere un piede davanti all'altro e rimanere ottimisti anche durante i momenti più difficili". La fusione della scultura in bronzo è stata finanziata attraverso un crowdfunding, e l'opera finita è stata donata al Chapel Allerton Hospital di Leeds, dove è esposta fuori dall'ingresso principale.

Proprio come il suo soggetto, che ha lasciato un'eredità duratura, Melka spera di ottenere lo stesso risultato tramite il suo lavoro. "Amo creare qualcosa di bello che sia in grado di generare una risposta emotiva nelle persone, qualcosa che durerà e continuerà a esistere molto tempo dopo che me ne sarò andato".

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