King Houndekpinkou: unire le culture attraverso la ceramica

In un mondo sempre più caratterizzato dalle divisioni, il ceramista King Houndekpinkou persegue la sua personale missione per dimostrare ciò che le diverse culture hanno in comune. Da quando ha scoperto un legame tra le tradizioni ceramiche del Giappone e la spiritualità delle sue origini beninesi, ha cercato di collegare queste e altre culture attraverso la ceramica.

Il percorso che l’ha portato verso la ceramica non è stato lineare. Nato nel sobborgo parigino di Montreuil, il franco-beninese Houndekpinkou inizialmente intraprende una carriera nella comunicazione aziendale. Tuttavia, il suo interesse giovanile per la cultura pop nipponica - compresi i manga e i videogiochi anime – fa nascere in lui una vera e propria passione per il Giappone, che lo spinge a visitare il paese per la prima volta nel 2012. In questo modo conosce la ceramica. "A quel punto mi stavo interrogando nel profondo, e mi chiedevo cosa volessi fare veramente", dice. "Sapevo di volere usare la mia creatività per fare qualcosa di più vicino al mio cuore. Così, quando sono tornato da quel viaggio, una parola continuava a perseguitarmi: ceramica, ceramica, ceramica".

Dapprima inizia a frequentare corsi serali di ceramica a Parigi. Il suo insegnante giapponese lo presenta ad alcuni ceramisti originari dell'antica provincia di Bizen. Diventati amici, Houndekpinkou ritorna in Giappone per fare loro visita in quello che si rivela un viaggio decisivo. "Ho potuto vedere come lavorano con l'argilla e il fuoco, e ho sentito che c'era qualcosa di molto interessante nella loro spiritualità e nel modo in cui rispettano l'argilla e gli elementi", dice. “Era qualcosa di estremamente cerimoniale, che mi ricordava quello che si fa il Benin in termini di spiritualità, animismo e voodoo".

La scoperta di questi legami tra le sue radici beninesi e le tradizioni ceramiche del Giappone lo colpiscono nel profondo. "Quella cosa che stavo cercando, quella cosa che sentivo vicina al mio cuore e alla mia creatività, era proprio la ceramica".

Rientrato a Parigi, decide di lasciare il suo lavoro per dedicarsi alla ceramica a tempo pieno. Ogni anno fa ritorno a Bizen per esercitarsi con i ceramisti del gruppo Keramos e in particolare con Toshiaki Shibuta, che diventa il suo mentore.

Dal 2016 consolida il legame culturale tra Benin e Giappone con il suo progetto Terres Jumelles, che mira a mettere in relazione i ceramisti dei due Paesi e a sottolineare la natura aggregante di questo mestiere. "Vado nell'altra nazione, mescolo l'argilla locale e realizzo delle opere. Ciò mi permette di documentare e imparare mentre creo. Più che un creatore sono un osservatore, che cerca di essere un messaggero e un punto di unione tra i ceramisti".

Iniziato con la ceramica, questo approccio diventa la sua filosofia di vita. "La ceramica è diventata la lente attraverso la quale vedo la vita", dice. "Mi porta anche a scoprire cose che sono al di fuori della ceramica. Sono entrato in contatto con il patrimonio culturale dei nativi americani, e ho potuto andare a Santa Fe e vedere lo stesso tipo di cultura animistica".

Il suo lavoro esprime un profondo rispetto per le tradizioni ceramiche che ha appreso, sebbene il suo stile e la sua tecnica siano molto contemporanei. Esplora le possibilità creative della forma del vaso - che considera una tela universale e senza tempo - attraverso l'uso creativo di smalti, forme, colori e tecniche di cottura. La sua mente curiosa è costantemente in movimento, e Houndekpinkou segue liberamente la sua intuizione verso nuove scoperte, proprio come ha sempre fatto. "Tutto è iniziato con la curiosità e i videogiochi", dice. "Se si scava più a fondo nella vita, si possono sempre scoprire cose nuove".

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