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April 2023

Homo Faber Guide - Cabinetmaker - France - CRAFT STORIES 

Pierre Renart, dal legno all’infinito

Le sue creazioni ricche di suggestioni e di fascino sembrano un invito a essere toccate. Si sviluppano in linee flessuose, in una serie infinita di onde simili a quelle che si trovano di solito nel mondo naturale, o nella mente di ricercatori e artisti del suo calibro. L’ebanista e progettista Pierre Renart è in grado di piegare il legno secondo la sua volontà, portando un soffio di magia all’interno di case e altri ambienti.

 

Il desiderio di costruire mobili e oggetti si manifesta in lui fin dalla più tenera età. A cinque anni, racconta, "ho iniziato a costruire cose in legno perché è un materiale facilmente accessibile anche da piccoli". A maggior ragione nel caso di un bambino che, come lui, è cresciuto nei Pirenei, dove il legno non manca mai. Così Pierre Renart inizia a costruire giocattoli, spade e, un po' più grandicello, anche un monopattino a pedali.

 

Avrebbe potuto essere una passione temporanea, destinata a essere soppiantata da altri hobby o passatempi. Al contrario, il suo amore per il legno si rafforza. Quando, dopo il diploma di maturità scientifica, arriva il momento di scegliere un percorso professionale, Pierre Renart si iscrive all'École Boulle di Parigi, uno dei più rinomati istituti d'arte e design della Francia. "Ho scelto la Boulle perché mi avrebbe permesso sia di apprendere un mestiere, nel mio caso la lavorazione del legno, sia perché la scuola incoraggia gli studenti a essere creativi, insegnando loro come progettare e realizzare mobili e altri oggetti". Nel 2008 inizia gli studi e nel 2011 si diploma primo del suo corso, conseguendo un punteggio di 20/20 col progetto di una sedia. O meglio, di due sedie.

 

Nell'ambito del suo programma di studi, infatti, gli viene affidato il compito di riprodurre un modello esistente. Sceglie una sedia Art Déco in legno con seduta imbottita realizzata nel 1933 da Raymond Gillet. Una volta realizzata una copia esatta, si ispira all’opera di Gillet per farne una versione contemporanea in Corian bianco e fibra di carbonio nera, che battezza Genèse. Nasce così la sua prima creazione. Proporzioni, linee e gambe dell'originale sono riprodotte fedelmente, ma con un effetto completamente diverso, quasi che il giovane artigiano abbia preso un pennarello nero per disegnare arabeschi nell'aria. "La mia idea", spiega, "era di utilizzare materiali moderni per realizzare un oggetto che ricordasse la scrittura a china, prendendo in prestito le linee eleganti e sinuose dello stile Art Déco".

 

Appena diplomato, il giovane maestro del legno viene notato da Maison Parisienne, una galleria itinerante che oggi lo rappresenta in esclusiva, che espone il suo lavoro in decine di mostre in Francia e nel resto del mondo.

 

Il secondo progetto che attira su Pierre Renart l'attenzione dei collezionisti internazionali è una consolle ispirata al matematico August Ferdinand Möbius, da cui prende il nome. "Uno dei miei compagni all'École Boulle era un grande appassionato del fumettista Jean Giraud, noto con il nome d'arte di Mœbius. Volevo saperne di più e, passo dopo passo, mi sono imbattuto nel nastro di Möbius, una forma che trovo semplicemente straordinaria. Purtroppo il mio amico è deceduto poco tempo dopo, così in sua memoria ho concepito un pezzo di arredamento che si sviluppa come un nastro senza fine".

 

La consolle Möbius sembra ricavata dal cuore di un albero la cui crescita infrange qualsiasi legge della natura. È una vera e propria opera d'arte. Passando la mano sulla superficie di questo nastro di legno senza inizio né fine si percepisce quanto sia perfettamente levigata. Pierre Renart utilizza il legno lamellare che lavora con la tecnica del legno piegato. "È come una specie di millefoglie. Diverse strisce dello spessore di un millimetro vengono assemblate con la colla e disposte in modo che le giunture risultino invisibili. Parto sempre da un nastro piatto, che curvo in questo ciclo infinito. Ogni mia consolle è unica e viene piegata in modo diverso, in base al tipo di legno e a quanto è disposto a curvarsi in un determinato modo. È il legno stesso a decidere quali sono i suoi limiti".

 

Il processo creativo di Pierre Renart, che ha il suo studio nella zona di Blois, è più simile a quello di uno scultore che a quello di un costruttore di mobili. Invece di disegnare i suoi progetti, ne realizza un modello in scala 1:10. "Uso dei sottili fogli di legno che modello fino a quando non trovo la forma che mi soddisfa. Mentre lavoro faccio in modo di incorporare nel pezzo i vincoli propri del legno. Se il modello risulta stabile, resistente e bilanciato, allo stesso modo lo sarà anche quando lo farò dieci volte più grande. E non avrò sorprese sgradite. Questo è il mio modo di creare e anche un mezzo per fare capire il progetto al cliente".

 

Come immagina il suo mobile ideale? "Mi piacerebbe realizzare un tavolo senza gambe. Un tavolo che si appenda al soffitto o si fissi a una parete, come una scultura. Il piano sospeso a mezz'aria, con le persone sedute intorno. Ecco, questo è il mio sogno".

 

https://pierrerenart.com

https://maisonparisienne.fr

 

 

 

 

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Eclosion Coffee Table Pierre Renart Artisan
©Mobilier National François Roleants
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